Palazzetto dello Sport | Lamezia Terme

L’edificio tende a scomparire nel paesaggio divenendo tutt’uno con esso, in una logica di dissoluzione. Così, piuttosto che imporsi come volume che occupa uno spazio, l’architettura conforma un vuoto spaziale, in un processo in cui il volume tende a scomparire e a porsi come sfondo.
L’architettura in questo modo sembra identificarsi con la propria “impalcatura” per qualificarsi come un frammento di paesaggio: un paesaggio ottenuto attraverso un’artificializzazione, mediante una sorta di assorbimento di leggi nascoste e qui solo evocate. E’ un’architettura che non si vede da lontano, che non si percepisce nella sua interezza ma si svela pian piano; si scopre avvicinandosi.
Di contro, il profilo del paesaggio, l’orizzonte, lo skyline, entrano nell’architettura come elementi attivi, poiché il progetto non è più considerato come entità che si impone in modo preponderante ma diviene frammento di un processo più ampio che rassicura perché coinvolge le relazioni tra le parti.
Si esplora il territorio ibrido tra il complesso del Palazzetto e il sito, nel tentativo di trascendere la tradizionale opposizione figura-terreno, del sito passivo e dell’edificio attivo. Il concetto del terreno neutro cede il passo alla strategia del paesaggio manipolato, man mano che struttura e terreno diventano “intercambiabili”.
Partendo dal questo concept si è intervenuti con una soluzione architettonica che, facendo forza sui valori morfologici e territoriali, inserisce il complesso in un sistema paesaggistico fortemente integrato con l’ambiente originario della piana di Lamezia e con i suoi calanchi naturali.
Il palazzetto si incastona nel suolo e crea una vera e propria continuità con il paesaggio circostante. La copertura, un sistema di “nastri verdi” a più livelli che accompagnano in modo uniforme le diverse altezze dell’edificio, diviene un vero e proprio giardino pensile, un grande parco dove la natura e l’artificiale giocano una partita di scambio, si integrano fino a sovrapporsi e diluirsi l’uno nell’altro. Il  palazzetto può essere così definito “edificio paesaggio”. L’interno diversamente dalla concezione tradizionale di questo tipologia di edificio si apre all’esterno, il paesaggio entra e si fonde con gli spalti e con il campo da gioco. L’accesso degli spettatori e il loro deflusso è facilitato dalla mancanza di qualsiasi barriera e ostacolo, ai diversi livelli delle gradonate si arriva naturalmente passeggiando lungo i percorsi esterni che collegano i parcheggi con il parco.

The sports palace building in Lamezia Terme tends to disappear into the landscape, becoming one with it, in a logic of fade-out. Rather than impose itself as a volume occupying a space, it conforms to an empty space in a process by which the volume tends to disappear and act as backdrop. In contrast, the landscape, horizon and skyline profiles merge with the architecture as active elements, since the project is no longer considered an imposing, preponderant entity, but becomes a fragment of a larger process that is reassuring since it involves a relationship of the parts. The hybrid territory between the complex and the sports palace site is explored in an attempt to transcend the traditional opposition of the passive figure-ground site and the active building. The concept of neutral ground gives way to the strategy of manipulated landscape, as it takes shape and becomes interchangeable. Starting from this concept,  we created an architectural solution that, by stressing morphological and territorial values, places the Palace complex in a landscape system that is highly integrated with the original environment of the Lamezia plain and its natural gullies.
The building is set into the soil and achieves real continuity with the surrounding landscape. The roof, a system of “green ribbons” at several levels, rising and falls uniformly over the building’s different heights to become a true roof garden, a great park where nature and artifice play at give-and-take, intermingling with each other. The Palace can be defined as a “landscape building”. The interior, in contrast to the traditional concept of this type of structure, opens to the outside, or rather there is seamless contact between inside and outside; the landscape enters and merges with the stands and the playing field. The influx and outflow of spectators is facilitated by the lack of barriers and obstacles; at different tier levels they stroll naturally along the paths that connect the parking areas with the park.

Credits| design architects: TStudio | urban planning: R.Pavia | structural engineers: Eutecne | mep engineers: Ingegneria d’impianti | sustainability: F.M. Federici | feasibility: A. Scalise

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