ARCHITETTURA SOCIALE | Camerino

L’architettura sociale si contrappone all’architettura autoreferenziale.
In questa logica le spettacolari esibizioni di tecnica ed estetica cadono in second’ordine se non sono finalizzate al benessere della collettività e al ‘bene comune’. Dopo anni di esaltazione egocentrica di certa cultura architettonica si fa strada, quindi, la componente ‘politica’ nella progettazione a scala urbana.
Sotto la spinta delle pressanti mutazioni sociali ed economiche questa terza componente
restituisce ai cittadini la possibilità di condividere i progetti e partecipare alla costruzione della città, non più intesa soltanto come sistema di crescita economica, spesso soggetta alla
speculazione edilizia o al mercato turistico ma legata ai propri bisogni e alle proprie aspettative.
Risanamento e rigenerazione urbana
Le città sono lo specchio della società, legate al suo continuo cambiamento oltre che alla storia, alla geografia, al clima …; la rigenerazione urbana, quindi, fa parte della propria struttura genetica. Edifici e aree in disuso, ‘vuoti urbani’ e quartieri degradati sono il campo di ricerca in cui si misurano le capacità di reinterpretare la morfologia e l’uso degli spazi, trasformandoli in luoghi in cui siano possibili migliori condizioni di vita sia collettiva che individuale.
Luoghi pubblici e di aggregazione
Nel processo di rigenerazione urbana acquista particolare significato la costruzione dei luoghi di aggregazione che consentano parità di accesso: piazze, parchi, impianti sportivi, strade pedonali e ciclabili, luoghi di sosta e di attesa, orti urbani e cortili aperti in grado di favorire le occasioni di incontro, di integrazione sociale e di condivisione di esperienze quotidiane non condizionate da forme di pressione speculativa.
Forme dell’abitare
Le consuete tipologie edilizie non sempre corrispondono alle modalità abitative della multiforme società contemporanea che comprendono forme di autocostruzione, di nomadismo urbano, comunità agresti e di mutuo soccorso: riedizioni di esperienze comunitarie del passato traslate nella contemporaneità.
La città democratica richiede che vi siano alloggi dignitosi per tutti, il che apre all’architettura
nuovi orizzonti in cui ritrovare il suo ruolo di arte sociale condivisa e inclusiva, spesso anonima, interprete delle esigenze della comunità e della natura dei luoghi.
Programma
Le giornate di studio comprenderanno sessioni con brevi relazioni programmate, comunicazioni e conversazioni interdisciplinari alternate a laboratori all’interno dei quali tutti gli iscritti potranno presentare i loro lavori e confrontarsi sui diversi aspetti dei temi progettuali proposti. Sarà allestita la mostra delle opere presentate dai partecipanti al premio con relativo catalogo.
Nella giornata conclusiva saranno assegnati gli attestati di partecipazione e i premi SACU 2015.
Il seminario comprenderà la Festa camerte dell’Architettura con eventi d’arte, allestimenti e incontri conviviali. Una monografia del seminario sarà pubblicata su ARCHITETTURAeCITTÀ, Di Baio Editore.