BIBLICAL FESTIVAL | ROVIGO

Il Festival Biblico, avviato quindici anni fa a Vicenza, si sviluppa a livello regionale come progetto di
comunità che coinvolge oltre alla Diocesi di Adria-Rovigo, quelle di Padova, Vicenza, Verona e
Vittorio Veneto, anche grazie al coordinamento di un comitato organizzatore con sede a Vicenza
presso il Centro Culturale San Paolo. Questo coordinamento a livello regionale ha reso possibile un
forte investimento a livello comunicativo (attivazione media partnership con RAI Radio 3;
collaborazioni con TV2000, Avvenire, Famiglia Cristiana), restituendo al Festival un impatto a livello
nazionale.
Il Festival Biblico nasce dall’idea di portare nei luoghi di incontro delle nostre città le Sacre Scritture,
per attualizzarne il messaggio e per creare occasioni di confronto libero e creativo per tutti. Il tema
dell’edizione 2019, giunto alla quindicesima edizione a livello regionale e alla sesta consecutiva a
Rovigo, è “POLIS”, città e cittadinanza. Un tema che ha ispirato un nuovo modo di concepire un
Festival che vuole essere meno “vetrina di eventi” e più proposta di percorsi, meno attività
organizzativa e più luogo dove le persone possano ritrovare il gusto di incontrarsi e pensare insieme.
Con questi intenti, sono stati attivati 5 laboratori che, da prospettive diverse, stanno affrontando i
significati dell’essere città e cittadino: un laboratorio biblico, uno politico, uno sociale, uno artistico
e un laboratorio giovani.
Più di 40 realtà, tra gruppi e associazioni culturali locali, stanno partecipando all’interno di questi
laboratori all’ideazione di incontri e proposte culturali, che nasceranno come opere che non
apparterranno né all’una, né all’altra associazione, ma apparterranno alla città.
Quello che verrà ideato in questi contesti di laboratorio sarà presentato in città nel mese di maggio,
dal 17 al 19 maggio, e rappresenterà solo la parte conclusiva di questo percorso, che prevede anche
momenti formativi sul tema della città e della cittadinanza già a partire da gennaio.
La Bibbia sarà il nostro riferimento più importante, dentro un contesto laico, aperto a tutti, dove si
desidera soprattutto fare pratica di ascolto.
C’è la consapevolezza che passare dalla proposta di eventi calati dall’alto a quella di avviare percorsi
comuni, richieda tempo, passione, disponibilità ad imparare. In particolare, la disponibilità a dare
fiducia all’azione dell’altro, che è molto di più del semplice fare cose insieme.
Non basta abitare case vicine per sentirsi cittadini della stessa città. Non basta frequentare gli stessi
spazi, salutarsi ogni mattina. Servono occasioni, esperienze dove sia possibile, in un contesto di
relazioni alla pari, scambiare e condividere conoscenze, emozioni, responsabilità.
Un requisito per fare cultura è far sentire le persone parte di una comunità. In questo senso,
prendersi cura di un Festival significa prendersi cura di una comunità, coltivare relazioni, connettere
persone e idee, dare voce a chi si sente fuori.
Un Festival sulla POLIS sta già diventando esperienza per fare e costruire città.

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